La conviviale del 26 marzo 2008, ha avuto come relatore il Prof. Secondo Guaschino, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Trieste: http://www.fmc.units.it/ La Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Trieste, negli oltre quaranta anni della sua storia, ha fornito un supporto essenziale per il funzionamento del Sistema Sanitario Nazionale e Regionale, provvedendo alla formazione, dapprima, del personale Medico e, successivamente, di tutto il personale del comparto sanitario. Attualmente, sono due i Corsi di Laurea Magistrale a ciclo unico che la Facoltà offre: Laurea in Medicina e Chirurgia e Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria; otto sono i corsi di laurea di primo livello, abilitanti alle professioni sanitarie di: Infermiere, Ostetrica, Fisioterapista, Tecnico radiologo, Igienista dentario, Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, Tecnico di laboratorio biomedico, Biotecnologo; tre sono i corsi di laurea specialistica: Biotecnologie Mediche, Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, Scienze della Riabilitazione. In questo momento, sono circa 2000 gli studenti che frequentano i vari anni dei corsi di laurea della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Trieste.
Due dei corsi di laurea (Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro e Scienze Infermieristiche ed Ostetriche) sono interAteneo, essendo svolti in collaborazione con la Facoltà di Medicina di Udine. Questa collaborazione è finalizzata alla programmazione ottimale del numero dei laureati, in base alla stima del fabbisogno regionale delle figure professionali preparate dai predetti Corsi di Laurea.
Il compito di formare le figure professionali, destinate ad operare nel Sistema Sanitario Regionale, richiede che la Facoltà di Medicina sia in grado di: 1) generare conoscenza (attraverso lo sviluppo della ricerca) 2) trasferire la conoscenza (attraverso l’attività didattica) e 3) permettere di maturare esperienza (fornendo le opportune facilitazioni). In questo compito, la Facoltà può contare sulla condizione privilegiata che Trieste fornisce agli educatori, essendo numerosi e qualificati gli insediamenti scientifici, che fanno sì che Trieste sia, veramente, la città della scienza. La presenza, nel territorio comunale, di Istituzioni come: il Centro Internazionale di Fisica Teorica, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, l’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology, il Laboratorio di Luce Sincrotrone, l’ Istituto Nazionale di Astrofisica, l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, l’Istituto di Scienze Marine del CNR, il Laboratorio di Biologia Marina, la Riserva naturale Marina di Miramare permette all’Università di Trieste ed alla sua Facoltà di Medicina di fruire di importanti collaborazioni con qualificate Istituzioni, che svolgono ricerche ad alto livello. In questo ambito, gli Amministratori della Regione hanno voluto attribuire alla Facoltà di Medicina il compito di sviluppare, soprattutto, le ricerche nel settore delle biotecnologie e, in conformità a questo indirizzo, che l’Azienda Ospedaliero-Universitaria ha recepito nella sua “mission”, anche la Facoltà ha investito notevoli risorse, sia umane che economiche. I risultati di questa attività di ricerca forniscono un bagaglio di conoscenze di elevato livello, che vengono trasferite, attraverso la didattica, nel Corso di laurea in Biotecnologie, che attrae, per questo, molti studenti, da ogni parte d’Italia.
Nella formazione delle varie figure professionali che operano in sanità, non va dimenticato l’apporto importante che è fornito alla Facoltà di Medicina dai medici del Servizio Sanitario Regionale. La loro esperienza e professionalità è messa a disposizione degli studenti dei diversi corsi di Laurea, poiché il rapporto che si è creato in anni di collaborazione fra i medici ospedalieri ed universitari, permette di superare quelle divisioni legate alla diversità dei ruoli professionali, che, in precedenza, avevano ostacolato l’integrazione fra le due componenti mediche, che operavano all’interno dell’ospedale, dove l’Università era ospitata in virtù di una convenzione, anziché essere, come ora, una parte costitutiva dell’Azienda Ospedaliera Universitaria stessa.
La Facoltà di Medicina, comunque, non vive solo queste costanti trasformazioni, legate al continuo cambiamento delle esigenze della sanità, con le conseguenti ripercussioni sull’attività assistenziale dei suoi membri, ma è alla costante ricerca di adeguamenti della sua offerta ed organizzazione didattica, con la finalità di preparare adeguatamente le professionalità del profilo sanitario. Il futuro prossimo prevede un drastico calo del numero dei medici che saranno disponibili per i cittadini del paese e della Regione. Entro il 2015, un notevole numero di medici (quelli laureati negli anni 70-80) andrà in pensione, mentre un corrispettivo numero di medici non viene più laureato da anni, dopo l’introduzione del numero chiuso. Oggi, la formazione del medico richiede, almeno, 11 anni di studio (6 del corso di laurea + 5 di specializzazione). Lo sforzo che i Docenti della Facoltà di Medicina stanno facendo in questi mesi è di riorganizzare il Corso di Laurea in Medicina, in modo tale che lo studente, alla fine dei 6 anni di studio, sia in grado di esercitare subito la professione medica. Il dibattito verte sugli strumenti più adatti per raggiungere tale obiettivo a cominciare dalla riduzione del numero di ore di lezione che i ragazzi devono seguire per apprendere, aumentando, invece, il numero di ore di tirocinio pratico da fare al letto del paziente. Un miglioramento sicuro della efficacia della didattica si potrà ottenere con la realizzazione del progettato Campus Universitario a Cattinara. Oggi, la didattica della Facoltà di Medicina è svolta in numerosi poli della città: a Cattinara, al Maggiore, a Valmaura, presso la sede centrale di piazzale Europa, all’Itis, al Burlo. Questa dispersione di sedi di insegnamento non aiuta né i Docenti né gli studenti, costretti a muoversi da un polo all’altro, con notevole perdita di tempo. L’avvio delle opere che consentiranno l’accentramento a Cattinara di tante attività, comprese quelle attualmente svolte al Burlo, sembra intravedersi all’orizzonte, come anche il Dr. Zigrino ha sottolineato nella sua recente visita al vostro Club. Questa prospettiva sembra, al momento, molto concreta anche se la sua realizzazione richiederà, comunque, del tempo.