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 Il teatro stabile del Friuli Venezia Giulia, http://www.ilrossetti.it/ è uno dei più prestigiosi ed importanti, a livello nazionale. Della sua attività e di che cos’è il teatro, ha parlato il Suo Direttore: il Dr. Antonio Calenda, alla fine della conviviale del 24 marzo scorso. Il teatro stabile del FVG ha compiuto 50 anni, nel 2004. Dall’inizio della sua attività, sono passati più di duecento spettacoli di produzione e migliaia di spettacoli ospiti, in un’attività finalizzata soprattutto alla promozione e alla diffusione della cultura teatrale e di un Teatro d’Arte, in linea con i più importanti teatri pubblici italiani ed europei. Il Teatro è stato, inoltre, impegnato nell’allestimento di grandi eventi, al di fuori della propria sede: tra questi, vanno ricordati lo spettacolo: “Prove per un Recital” con Gigi Proietti, in Piazza dell’Unità d’Italia, i musical “Notre Dame de Paris” e “Tosca: amore disperato” al PalaTrieste e la collaborazione con la Provincia di Trieste, avviata nell’estate 2003, e finalizzata alla realizzazione di una rassegna di spettacoli, presso il Parco di Miramare. Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia è attento ad un percorso di internazionalità, per il quale si impegna ad ospitare, nelle proprie stagioni teatrali, sempre più spesso, spettacoli di compagnie straniere di primo livello, come “Cats”, con la produzione originale inglese ospite al Politeama Rossetti, nel maggio 2008.

I principali finanziamenti pubblici vengono erogati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Complessivamente, i contributi pubblici ammontano a 3,4 milioni di euro circa (6,8 miliardi).
Considerando il fatto, che il bilancio complessivo dell’Ente è di oltre 7 milioni di euro (14 miliardi), appare chiaro, che i contributi pubblici ammontano al 45%, circa, del totale. Va sottolineato, che questo risultato rappresenta un motivo di orgoglio per il Teatro Stabile, dal momento che, in analoghe istituzioni, nel resto d’Italia, il rapporto è inverso (60-70 per cento di contributi pubblici a fronte del 30-40 per cento di risorse proprie).
Le altre voci di entrata sono costituite dalla vendita di biglietti e abbonamenti, per l’attività in sede (3,2 milioni di euro circa) e dalla vendita degli spettacoli di produzione ad altri teatri.
Nella stagione 2007-2008, il Teatro ha emesso oltre 13.000 abbonamenti, con un incremento di oltre il 30%, rispetto alla stagione precedente. Questo risultato confermerà, senza dubbio, il Politeama Rossetti quale primo teatro del Nordest italiano, con oltre 184.000 presenze, nel corso della stagione.
Particolarmente significativo risulta il numero di abbonamenti giovani, che si attestano a oltre 3.000 unità, 1.500 dei quali emessi a bambini di età compresa tra i 6 e i 14 anni.
La parola greca “teatro” ha, in origine, il senso di: luogo da cui si guarda. La nascita del teatro stabilisce il passaggio dalla fruizione della poesia e del canto, tramite l’ascolto, alla fruizione dello spettacolo che unisce all’ascolto il vedere. Attraverso il teatro, lo spettatore ha la possibilità di capire il mondo e se stesso, mediante l’osservazione. Le vicende, che ciascuno di noi vive, nella quotidianità, vengono rivissute, filtrate dalle scene e dai dialoghi degli attori. Attraverso la simulazione, il teatro presenta una realtà, che è più vera del vero. Per duemila anni, il tempo e il luogo del teatro coincidono con il tempo e il luogo della festa. Solo in epoca moderna (nella Spagna di Lope de Vega, nell’Inghilterra di Shakespeare, nella Francia di Molière e nell’Italia dei comici dell’arte) il teatro diventa autonomo, rispetto alla festa, trasformandosi in un intrattenimento laico. Assistere allo spettacolo teatrale vuol dire partecipare ad un avvenimento, che rafforza i vincoli di appartenenza ed esalta i valori della comunità.  E’ una occasione di convivialità, in senso letterale, secondo l’etimologia della parola. Il teatro, permettendo all’individuo di osservarsi, attraverso lo specchio della rappresentazione teatrale, risulta veicolo di cultura democratica. Infatti, la democrazia si nutre della consapevolezza che l’individuo ha di se stesso e della condivisione di valori e di obbiettivi. A teatro, attraverso le allusioni, l’ironia, la satira, il tiranno è sempre stato oggetto di critica e si è, da sempre, trovato il luogo ideale per discutere della “polis”.
Oggi, il teatro sta vivendo un momento di grande popolarità e di riscoperta del suo ruolo sociale. Il degrado culturale della Televisione, la sua deriva volgare, apparentemente inarrestabile, stanno portando a teatro un numero crescente di giovani. L’amore crescente dei giovani per il teatro ed, in particolare, per il nostro Rossetti, rispecchia quello nostro per i giovani e costituisce il forte stimolo, la solida motivazione, per continuare nel quotidiano lavoro di produzione e direzione di una Istituzione che dà lustro ad una  stupenda città e ad uno splendido pubblico.   

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