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Trieste: tra cultura e musei è stato il tema della conversazione a fine della conviviale del 22 settembre scorso. A trattarlo è stato il Dr. Adriano Dugulin, direttore dei Civici Musei di storia ed Arte e dell’Area Cultura del Comune di Trieste. Il relatore ha esordito con una delicata riflessione: donare un fiore è, in sé, un atto apparentemente banale, ma, letto con gli occhi delle emozioni e completato con i modi gentili, tradisce l’ideale di bellezza che lo ispira. La bellezza è un valore che tutti sanno riconoscere. Ebbene, se qualcuno si domanda cos’è la cultura una risposta semplice, ma convincente è: la cultura è bellezza. La cultura non è, a prima vista, un bene essenziale, come il cibo ed il sonno. Ma, pur non essendo fondamentale aiuta a dare un senso alla vita . E’ un diritto di tutti. Per far capire la sua personalità, il Dr. Dugulin  ha voluto sottolineare come nel suo ufficio ci sia graffito, raffigurante un pesce dagli occhi gialli, la lingua rossa a puntini, accanto ad uno dei quadri più belli di Barison. Questo, per dire che l’arte si può esprimere in diverse forme e l’arte è cultura e, quando l’opera d’arte è di un giovane, l’interesse è ancora più grande. Palazzo Gocpcevich è sede della direzione ed il centro della cultura e dei musei, luoghi di conservazione e di stimolo per nuove creazioni, il trait d’union” fra passato e futuro. I musei sono spazi abitati da presenze che vanno ascoltate e comprese. Sono la testimonianza del passato che racconta la storia ed offrono l’opportunità, a chiunque li frequenti, di crescere culturalmente.

L’attività organizzativa, curata dal Dr. Dugulin, si avvale di uno staff specializzato. A loro compete la manutenzione e gli interventi di restauro dei monumenti, la ricerca e l’editoria, finalizzate a far conoscere i contenuti e le proposte museali, ad un pubblico quanto più ampio possibile. I musei di Trieste contengono un patrimonio inestimabile di opere d’arte; basti pensare alle tele del Tiepolo e Lifar, per esempio. Ma la valorizzazione dei Musei Sartorio, Morpurgo, Revoltella, lasciati alla Città da famiglie storiche e quella delle collezioni Stavropulos, Piperata sono un dovere, per chi accetta la responsabilità di diffondere la cultura. Infatti, le donazioni sono state fatte per estendere a tutti il privilegio di poter godere del bello. Nel contempo, la condivisione di nobili emozioni è il modo più autentico per perpetuare la memoria della grande e piccola storia. La rinascita del grande mecenatismo, a favore dei giovani e per l’educazione, di quanti si avvicinano all’arte, è un fenomeno di grande importanza, nel mondo contemporaneo. Il fatto che tanti giovani sembrino apprezzare queste iniziative e la consapevolezza che il futuro è nelle loro mani permettono ancora, a chi ama la cultura, di sognare.
                                                                     

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