Dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, l’America aveva bisogno di un nuovo sogno: c’era la necessità di dimostrare a se stessa e al resto del mondo che, nonostante tutto, il modello americano basato sull’ottimismo e sul capitalismo avrebbe continuato a funzionare. Tutto ciò si è trasformato nello slogan “una casa per tutti”!!!
Fin qui nulla di male, se non fosse stato per l’avidità del sistema bancario, per la mancanza di cultura finanziaria da parte dei clienti e soprattutto per la mancanza di regole certe in materia di regolamentazione del mercato e dei nuovi prodotti ad esso collegato.
Così, per moltiplicare i guadagni all’infinito, si sono utilizzati in proporzioni smisurate strumenti relativamente nuovi come gli ABS, CDO e CDS.
Fino a qualche anno fa una banca americana poteva erogare mutui utilizzando una proporzione tra riserve possedute e crediti erogati. Con l’utilizzo dei Credit Default Swap (CDS) le principali banche hanno convinto gli organi di controllo che non serviva più garantire una parte dei crediti erogati con le proprie riserve; infatti i CDS non sono altro che una copertura assicurativa rilasciata da un’assicurazione o da un altro istituto che, a fronte di un premio pagato, “garantisce”, in caso di mancata restituzione del credito, che quanto dovuto verrà saldato dalla controparte venditrice del CDS.
Peccato che tale strumento è stato utilizzato in modo massiccio e tutti gli istituti finanziari si assicuravano tra di loro, annullando così ogni vantaggio. Inoltre molti enti vendevano i c.d. “CDS nudi”. In un CDS "nudo" nessuno dei due contraenti detiene effettivamente le ipoteche in questione. In altre parole, la Banca B non solo vende CDS a protezione alla Banca A che detiene il debito, ma rivende la stessa polizza alla Banca C, per la stessa identica ipoteca. Può quindi succedere che la Banche dalla D alla Z “scommettano” anch'esse sul mutuo concesso dalla Banca A. In poche parole e come coprirsi sul rischio incendio della casa di un amico o conoscente. Una semplice scommessa sulla casa di un terzo…
Tutto si basava sulla convinzione (alimentata dalle Agenzie di rating) che in fondo un ABS (Asset Backed Securities) o un CDO (Collateralized Debt Obligations) non avrebbero mai avuto problemi di default.
Ma cosa sono esattamente questi 2 strumenti?
Per capirli facciamo un esempio.
• La banca A presta al sig. Frank 1000 dollari per acquistare una casa. Fino a qualche anno fa il business finiva qua: la banca percepiva il tasso d’interesse pattuito ed era a conoscenza sia di chi era il debitore, sia della garanzia reale offerta (la casa) e accantonava una quota delle sue riserve a rischio in caso Frank non onorasse il suo debito. Ora invece:
• La banca A “impacchetta” (in un ABS) il debito che il sig. Frank (e di altri clienti) e lo vende alla banca B incassando i 1000 dollari prestati a Frank, non accantona nulla perché si compra un bel CDS offerto da un altro istituto che garantisce l’ABS venduto a B.
• La banca B, che ha acquistato l’ABS da A (e molti altri da altre banche) crea uno o più CDO formati ognuno da una parte dei tanti debiti acquistati e lo vende alla banca C, che si copre dal rischio comprando un CDS (magari da A)
• A si ritrova con 1000 dollari con cui farà nuovi mutui e ricomincerà il giro creando nuovi ABS (intanto ci sono i CDS a garantirli..) per B che li rivende a C che li rivende, rimescolandoli, a D etc etc.
Così facendo si moltiplicano gli utili all’infinito perché mentre prima A “prestava” solo 1.000 dollari oggi ne può prestare 10.000 o 100.0000 o molti di più (leva finanziaria). Inoltre, visto che i CDS coprono tutti i rischi e il denaro non è propriamente di A, vengono erogati mutui e prestiti anche a persone con basso merito creditizio (una casa per tutti!!!)
Ma, in ultima analisi, tutto si basa sul mutuo di Frank ed essendo stato spezzettato, mescolato e ripartito in chissà quanti CDO, nessuno sa chi ha in mano il suo vero debito. Capitava spesso che alla fine A si ritrovava inconsapevolmente a “ricomprare” il suo debito con Mr. Frank!!
E se Frank, causa l’aumento dei tassi o la perdita di lavoro, non paga più?
Tutto crolla perché in ultima analisi i CDO sono garantiti da Frank e dai suoi colleghi e i CDS non possono garantire soldi per tutti.
La conseguenza è stata il crollo del mercato dei CDO, la mancanza di liquidità per nuovi mutui, il crollo del valore delle case dovuto sia alla mancanza di compratori, sia all’eccessiva offerta sul mercato di case pignorate. Le banche non hanno più le vecchie riserve che le permettevano di affrontare rischi simili e avendo chiesto a loro volta soldi in prestito vendendo ABS, CDO e CDS si ritrovano nella situazione di non poter nemmeno onorare i loro debiti.
L’unica via d’uscita era il fallimento dei piccoli istituti e la nazionalizzazione di Banche e Assicurazioni ripianando i debiti attraverso l’utilizzo di denaro pubblico. In un contesto globalizzato tutti sono a rischio: in USA come in Europa. Per assurdo i più indenni al rischio contagio si sono rivelati i paesi con sistemi finanziari più arretrati dove l’ingegneria finanziaria “evoluta” non era ancora riuscita a fare il miracolo di moltiplicare pani e pesci.
Ma, alla fine, se sposti la polvere dal pavimento a sotto il tappeto questa prima o poi riesce.
Oggi il “contagio” si è spostato dalle banche agli stati sovrani (Grecia docet). Le mostruose perdite difficili da stimare (si parla di oltre 1.500 MLD di dollari, ma altre stime (FMI) arrivano a oltre 4.000 MLD di dollari) sono state ripianate ricorrendo all’utilizzo di fondi pubblici.
Ci ritroviamo con tutte le principali economie “sviluppate” appesantite da debiti statali ingenti. Una situazione tale che molti paesi si ritrovano in situazioni debitorie peggiori di quella italiana, considerata per definizione lo Stato con uno dei maggiori debiti pubblici mondiali.
Nei prossimi anni assisteremo a riforme economiche importanti necessarie a riassorbire i danni creati dai mutui sub prime e dai loro derivati. Non tutte saranno indolori e le tensioni di questi giorni in Francia sul tema delle pensioni sono un esempio.
In un contesto in cui la ripresa economica latita, la spesa pubblica e il walfare sono ingessate da politiche di bilancio ovviamente restrittive e i paesi emergenti riducono la competitività delle economie sviluppate, ci troviamo ad un passaggio epocale dove i cardini base del capitalismo e del consumismo verranno nei prossimi anni messi a dura prova.
Come insegna Darwin, sopravvive non il più forte, ma chi si adatta alle nuove condizioni, per cui guardando il mondo economico con occhi diversi e valutando investimenti e asset class (cash, titoli, obbligazioni, azioni, immobili etc) con occhio critico le opportunità d’investimento non mancheranno nei prossimi anni. Ma oggi, forse come non mai, c’è la necessità di pianificare con più attenzione le proprie scelte finanziarie.
E la cultura finanziaria diventa il primo settore in cui investire