La storia della gloriosa Società Ginnastica Triestina è stata brevemente illustrata dal suo attuale Presidente l'avv. Sergio Trauner, nel corso della conviviale del 9 novembre 2010. Il 10 novembre 1863 per espressione di Giuseppe Paolina fu fondata la Società Triestina di Ginnastica, la prima incarnazione di questa istituzione di cui oggi sono presidente. Nel tempo la ginnastica fu ripetutamente sciolta dalla autorità austriaca, ma ogni volta si riformava e rafforzava grazie alla crescita nei cittadini del rispetto e dell’amore della patria italiana. All’interno della Ginnastica crescevano ragazzi nell’amore per la patria italiana, tant’è che la polizia austriaca sciolse la Società più volte, proprio perché capiva che l’ambizione dei giovani era di irredentismo verso una patria unita e italiana. In quel periodo nascono anche la scuola materna comunale, i ricreatori, la lega navale insieme alla Ginnastica Triestina.
E’ dalle sue origini che la Ginnastica Triestina è formata da una moltitudine di attività che l’ha caratterizzata come una polisportiva, collegata ad una visione anche patriotica, composta da giovani anche di diverse razze - specchio di una delle maggiori peculiarità di Trieste, città fatta da un coacervo di popoli che sviluppavano la loro attività arricchendola. Parlando di questo argomento voglio ricordare l’amico Manlio Cecovini che scrive in un suo saggio che Trieste era unita dalla cultura italiana, in cui si credeva e si operava, sapendo assimilare razze e religioni diverse in un’unica visione, di cui la Ginnastica era espressione fra le altre della città.
Da non dimenticare, inoltre, che la Ginnastica diede un grosso contributo alla prima guerra mondiale, ben 500 iscritti alla Società furono i volontari che andarono in Italia a combattere per l’Italia contro l’Austria, che era il proprio governo e paese, e di questi ben 77 sono i caduti e 117 furono decorati al valore militare, di cui tre con medaglie d’oro e 38 con medaglie d’argento. Alcuni di noi forse ricordano che, mentre da ragazzini accompagnati dai propri genitori passeggiavano per le strade di Trieste dopo la seconda guerra mondiale, si potevano vedere nuovamente i triestini mostrare, in un momento di grande esaltazione, il loro credo nella patria italiana.
La Ginnastica è stata una grande scuola di preparazione anche della classe dirigente della città, perché al di là delle razze e delle religioni, c’era un substrato di volontà comune di essere una città vincente. Bisognerebbe recuperare questo terreno e trovare la capacità di essere nuovamente una città vincente che punta al futuro. Forse ai giovani bisogna tornare a dare quei valori che probabilmente cercano ma non trovano nella società attuale. A dimostrazione che la Ginnastica Triestina fu uno dei cardini della storia di Trieste bisogna ricordare che nel 1915 allo scoppio della prima guerra mondiale fu una delle strutture, insieme alla Lega Navale e a Il Piccolo, ad essere bruciata, evidentemente era un simbolo della città che partecipava alla guerra. Così anche nel 1954 si realizzava una seconda redenzione per Trieste e tutti questi aspetti della storia triestina fanno parte della storia della Ginnastica in cui si identifica. E’ stata costruita e ha subito una serie di disavventure, scioglimenti e ricostruzioni che hanno modificato nel tempo anche parte del nome della Società. Era partita come Società di ginnastica, però intorno alla ginnastica furono costruite quasi tutte le attività sportive di Trieste, dalla pallacanestro - non dimentichiamo che con la Ginnastica giocò Cesare Rubini e che negli anni venti la Società conquistò 4 titoli italiani - poi venne costituita la sezione canottaggio, poi quelle di nuoto e a seguire le più moderne di judo e arti marziali.
A novembre dello scorso anno, noi abbiamo trovato il vuoto atmosferico con 2 milioni di debiti, un enorme problema che si doveva portare in tribunale. Noi ce ne siamo fatti carico, invece, con gli aiuti delle strutture pubbliche e della Fondazione CRTrieste e siamo riusciti a tamponare la situazione. Abbiamo trovato circa 120 iscritti in tutto e intere sezioni distrutte: la ginnastica artistica non esisteva più, il judo - che oggi ha degli atleti che competono a livello nazionale e mondiale - e la pallacanestro ai minimi termini. Oggi dopo un anno d’impegno molto siamo riusciti a recuperare. Abbiamo ritrovato una certa presenza del pubblico e della società civile a darci una mano. Abbiamo raggiunto 650 iscritti, ragazzi che frequentano i corsi, dalla scherma - sezione storica in cui abbiamo avuto la campionessa olimpica Irene Camber - al mini volley e al mini basket che sono i nostri nuovi corsi per nuove leve. Io sono convinto, e sostenuto in questo mio pensiero dal Direttivo, che noi dobbiamo puntare a formare i giovani nella visione di sottrarli dall’ambiente della solitudine che porta alla droga a all’alcol: chi fa sport ha altre ambizioni, quelle di dedicarsi e riuscire nello sport. Oggi uno dei problemi della nostra società sono le dipendenze alla droga e all’alcol che purtroppo colpiscono anche i giovani e io credo che a Ginnastica Triestina possa essere un organizzazione che aiuta i giovani a partecipare e ad elevarsi ad un nuovo tipo di società, di cui l’Italia ha bisogno. I risultati raggiunti, 650 iscritti e 700 soci, mi spingono a credere che abbiamo fatto bene ad impegnarci in questa avventura, per portare, inoltre, la Società Ginnastica Triestina al traguardo dei 150 anni di vita, quindi portarla viva e forte al 2013, che sarebbe veramente un grande traguardo. La Società Ginnastica Triestina è la più vecchia della regione ed una società cardine a livello nazionale, ricchi di questa gloriosa storia abbiamo comunque bisogno innanzitutto dell’aiuto e del consenso dei triestini, di quei cittadini che credono nei nostri valori e possono diventare soci per sostenere la Società, riconoscendo un certo tipo di valori, che non possono essere dismessi. Il risultato che vedo sotto gli occhi in questi giorni passeggiando per i corridoi della Società, piena di bambini e di genitori che aspettano i propri figli, mi pare sia un incentivo a continuare questa battaglia che è in fondo una battaglia per il futuro.