L’attività, le criticità e le prospettive di miglioramento dell’efficienza del servizio di pronto soccorso del 118, http://www.ass1.sanita.fvg.it/118/welcome.htm sono state il tema della conversazione tenuta dal Direttore della Struttura, il Dr. Vittorio Antonaglia, dopo la conviviale del 19 gennaio.
La Regione sta facendo sforzi apprezzabili, ha esordito il relatore, per rispondere alle esigenze di pronto intervento sul territorio, in soccorso ai cittadini con problemi di salute. La Regione, in tema di emergenze, sta elaborando un piano, in cui sarebbe, però, importante tener conto del fatto che i bisogni non sono omogenei, ma, bensì, variegati nel territorio. Il bisogno di soccorso che c’è a Trieste non è quello di Tolmezzo o di Palmanova. A Trieste, in media, si registra una chiamata ogni 24 abitanti, all’anno, con il profilo di codici di una certa gravità, quali: il giallo o il rosso. La conferenza Stato-Regioni ha stabilito che il rapporto dovrebbe essere di uno a 30, conteggiando assieme tutti i codici. Tale dato non sorprende se si considera che la nostra è la provincia più vecchia d’Italia e che molte persone molto anziane vivono sole. Pertanto, è necessario trovare un equilibrio fra la necessità di avere una regia unica ed il mantenimento dell’autonomia per le singole realtà socio-sanitarie. Infatti, la regia unica permette di risolvere in maniera uniforme i problemi, dai più semplici come i colori delle uniformi ai più complessi come i protocolli di intervento.
D’altre parte, una certa autonomia salvaguarda le peculiarità delle singole aree geografiche. Fin da quando il Dr. Antonaglia ha assunto la direzione del 118, l’obiettivo primario è stato quello di fare rete con tutte le forze, che sono coinvolte nella gestione delle emergenze sanitarie, a cominciare dai Vigili del Fuoco, per continuare con le forze dell’ordine e soprattutto con il resto dell’organizzazione sanitaria, sia territoriale che ospedaliera. L’azienda Socio Sanitaria è strutturata in modo da avere una disposizione territoriale capillare: distretti, RSA, residenze assistite e polifunzionali, dipartimenti. Un sistema complesso, le cui componenti devono essere integrate e interfacciate. È questa la peculiarità di Trieste. La nuova direzione ha recepito questa realtà e fatto suo l’obiettivo di integrazione fra i vari operatori nel campo della salute. Su questa linea si collocano anche gli sforzi per l’allineamento del livello del soccorso sul campo a quello delle cure ospedaliere. Se l’intervento effettuato sul territorio è stato adeguato, il proseguimento delle cure in ospedale sarà notevolmente facilitato sia in termini di efficacia che di durata delle cure, con risparmio di disagi per il paziente e di risorse per la società. L’assistenza sanitaria è in continua evoluzione, sia in termini di richiesta che di prestazione. Da quando sono arrivato, dice il Dr. Antonaglia, c’è stata una progressiva riduzione complessiva degli accessi dal 118 al Pronto soccorso, anche se il numero complessivo di coloro che accedono al Pronto soccorso dell’ospedale è in costante aumento. Un continuo progresso da un anno all’altro, finora anche nel 2010. Tutto ciò è stato possibile per il miglioramento della capacità di intervento sul territorio da parte degli operatori del 118, la cui professionalità garantisce l’efficacia del servizio.
Il personale riservato alla Centrale Operativa è composto esclusivamente da infermieri professionali che hanno svolto il loro servizio sui mezzi di soccorso sanitario, afferenti al medesimo Sistema. Dopo una selezione individuale hanno ricevuto una preparazione specifica in telecomunicazioni, informatica, topografia e utilizzo di protocolli sanitari, mirati a dare la risposta specifica ai bisogni emergenti dell'utente. Tutti i mezzi di soccorso aziendali hanno a bordo un infermiere professionale, il quale è stato preparato e abilitato a svolgere tale attività dagli istruttori dell'Area Formazione e didattica del 118 Triestino.
Risponde al telefono un infermiere esperto a valutare l'emergenza e ad attivare la risposta più adeguata.
Il servizio che copre 24 ore su 24, per essere efficace, ha bisogno di una organizzazione tale da consentire l’arrivo dell’ambulanza, ove necessario, in pochi minuti. Naturalmente, questo tipo di intervento risente delle distanze dai punti di dislocazione della ambulanza. Le problematiche collegate alla scelta dei punti strategici dove collocare i mezzi e le notevoli risorse che sono richieste per poterli rendere attivi (21 persone per punto soccorso), sono state l’argomento con cui il relatore ha concluso il suo intervento ed ha aperto una interessante discussione nel corso della quale molti soci sono intervenuti per chiedere precisazioni e per effettuare commenti.