A Trieste il Castello di Miramare è un simbolo della città. A parlare è la Dr.a Rossella Fabiani, direttrice del museo del Castello di Miramare, scrittrice e studiosa della storia degli Asburgo.
Oltre ad essere una importante attrattiva turistica è un compendio della cultura di metà Ottocento in Europa. L’architettura, gli arredi, il giardino sono una testimonianza ancora viva della personalità di Massimiliano d’Asburgo e della formazione intellettuale dell’arciduca.
Uno dei percorsi di ricerca, nell’ambito della storia del luogo, è stato orientato verso la figura di Massimiliano “ marinaio “, anche perché strettamente legato alla nascita di Miramare e alla decorazione interna del castello.
Il 5 ottobre 1854 Wilhelm von Tegetthoff scrive alcune lettere al proprio padre in occasione della nomina di Massimiliano a comandante della Marina austriaca e vi manifesta il suo apprezzamento per l’arciduca che ha già dimostrato alto senso del dovere a bordo della corvetta Minerva, amore e competenza nel nuovo impegno.
Tutta la vita di Massimiliano sarà scandita dalla passione per il mare, per vivere a contatto con esso, in sintonia con la natura. E, come per il vero marinaio, anche per l’arciduca i mari sono la sua stessa patria, la nave è una parte di essa, i viaggi rappresentano una continua esplorazione alla ricerca del conoscere, ma il navigare è inteso da Massimiliano anche come sinonimo di esperienza teorica e di apprendimento pratico; tanto da voler imparare i primi rudimenti proprio da semplice ufficiale. continua
Ne risulta una personalità di particolare statura: un ragazzo che già a ventidue anni – tanti ne ha quando prende in mano le redini dell’Arma – comprende le reali necessità di una radicale riforma per lo sviluppo moderno della flotta oramai antiquata, provvede ad attuarla con successo e pone così le basi della nuova Marina austriaca.
Un attaccamento, questo, alla sua Marina che lo porterà a trasferire il comando a Milano quando viene nominato, nel 1857, Governatore del Lombardo Veneto. Massimiliano è uomo di mare, non è però soldato, non è uomo di guerra: von Tegetthoff è il suo alter ego, incarnerà per lui il condottiero vittorioso, garante le successo militare.
E l’attenzione, poi, si sposterà alle spedizioni per mare che porteranno a scoperte e risultati scientifici di notevole rilievo.
La circumnavigazione attorno al mondo della nave Novara, che avverrà tra il 1857 e il 1859, è un momento rilevante della politica asburgica che considerava la missione di grandissimo prestigio per la promozione del commercio, ma anche per le finalità scientifiche, insomma per l’immagine dell’Impero.
Non a caso la partenza da Trieste e il rientro a Trieste sono stati un segnale importante per la città.
Il mare, dunque, come un filo che si snoda nella sua vita, nelle imprese di Massimiliano come nella sua biblioteca, come nei suoi viaggi. Il mare ancora come ricerca del cambiamento attraverso lo strumento della tradizione, come scoperta nel mantenimento dell’idea attraverso il rinnovamento. Una vita, quindi, scandita dalla passione per il mare, dal vivere quasi in simbiosi con esso.
Fili conduttori, dunque, nella tessitura di un percorso esistenziale che, pur breve, ha avuto nella molteplicità degli interessi uno snodo unico: la capacità di essere in sintonia con l’attualità, il sentire la contemporaneità come valore importante. La sua adesione all’oggi, nella scienza come nell’arte può proprio sintetizzarsi nelle parole ultra oceanum, vale a dire il coraggio dell’andare oltre, del guardare al futuro partendo dalla contemporaneità. Il figlio di una dinastia che faceva in quel momento della tradizione la sua bandiera, è attento all’innovazione, vuol essere un principe borghese che guarda al futuro, fare dell’imperialismo un trampolino verso la libertà. Il suo ultimo viaggio, senza ritorno, in Messico, va letto anche sotto questa lente: la sua accettazione alla corona imperiale va interpretata come esito di una vita che ha sempre guardato ultra oceanum.