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L’idea della presente trattazione nasce dalla considerazione che nell’Istria SudOccidentale, precisamente a S. Martino di Leme, a San Lorenzo del Pasenatico e a Vidolini  di Canfanaro, esistono affreschi coevi dell’X1 sec, che mi risultano assolutamente poco conosciuti dalla gran massa di turisti nostrani che si recano frequentemente in Istria. Inoltre nella Chiesa di Santa Fosca a Peroi-Fasana c’è un altro poco noto  esempio di affreschi del XII sec, per poi finire alle magnifiche pitture murali della Chiesa Cimiteriale di San Vincenzo a Sanvincenti che risalgono al 1211, opera del famoso Ognibene da Treviso. Sono esempi della pittura della cultura benedettina d’occidente o della Scuola di Ratisbona-Salisburgo della cerchia Patriarcato d’Aquileia. Altri esempi di simile pitture murali sono sparse dalla Germania, alla Francia, all’alta e Bassa Austria, nonché sono presenti nel Veneto e nella Lombardia. Nelle mie perlustrazioni, spesso avventurose, non sono riuscito a vedere e fotografare gli affreschi  dell’Abbazia di San Michele di Leme, perché è tutto pericolante e giustamente interdetto ai visitatori. Approfittando così della storia di questo monastero ho rivisitato i siti delle vecchie abbazie benedettine o camaldolesi o francescane, che a partire dall’anno 1000 erano presenti anche in questa zona, fino alle porte di Dignano.              continua

In ogni caso quegli affreschi   mi hanno particolarmente entusiasmato.
Andando alla scoperta di questi tesori mi sono imbattuto in esempi di architettura romanica veramente eccellenti e mi sono lasciato prendere la mano per scoprire anche altre pievi romaniche spesso isolate e sparse nella campagna, lontano dalle grandi vie di comunicazione che portano i visitatori nelle famose località balneari del circondario.
La zona di ricerca esclude Due Castelli , Rovigno e Dignano-Pola, sia perché sono molto più conosciuti, sia perché meritano trattazione a parte. La ricerca è stata condotta nell’autunno 2011, in molti casi con una certa difficoltà di individuazione e localizzazione. Non sempre ho trovato collaborazione, ma testardamente sono ritornato più volte, per poter farmi aprire le porte.
Mi  fa piacere condividere le straordinarie sorprese che l’Istria nasconde. E’ questo il senso della mia ricerca. A ognuno la possibilità di approfondire e migliorare a proprio piacimento la scoperta di questi tesori che sono dietro l’angolo, a pochi chilometri da noi.. Io  mi sono divertito e ho imparato molto. e chissà quante altre magnifiche cose ci sono ancora da vedere in questa ed altre microzone della nostra vicina Istria.
Tornando alle pievi romaniche di questo territorio, non è possibile non ricordare gli svariati preziosi esempi di chiese/pievi ad <<abside inscritta>>. Sono chiese che vanno dal periodo bizantino al pre-protoromanico al romanico, fino al gotico e al tardo gotico, cioè dal VII al XV secolo. E’ una particolarità dell’Istria, insieme con la Dalmazia e la Svizzera. (ACRSR Vol VIII, 1977-1978, pag 176). Naturalmente in Europa ci sono altri esempi, ma sono sempre molto rari. Trattasi di edifici con 1 o 2 o 3 absidi inscritte nel corpo della chiesa, che può avere una o due o 3 tre navate. Comunque sono state divise in XVI tipi a seconda della loro strutturazione absidale.  Dall’esterno non si vede l’abside. Anche il tetto la ricopre, e il muro posteriore è chiuso e piano. Sono l’alternativa al modello bizantino-caroloingio che prevede l’abside poligonale, esagonale, ottagonale ecc., esterna, e che pure si perpetua nel romanico e nel gotico, per ripresentarsi  nel rinascimento. Le chiese con abside inscritta nascono nel mediooriente nel V e VI secolo (SIRIA, BASSA PALESTINA, EGITTO, ecc) e poi vengono importate nell’alto adriatico, poiché inizia l’era arabo-musulmana ed i cristiani non hanno più possibilità di imporre la propria religione ed i propri edifici di culto. Probabilmente gli <<esportatori >> di questa architettura sono stati i monaci. Non sono riuscito a scoprire per quale motivo le zone di tale ripetizione architettonica abbiano coinvolto anche la lontana Svizzera, dopo la Dalmazia e l’Istria. Semplicemente fantastica ed eccezionale per bellezza e unicità Santa Maria Piccola a Valle (rarissimo esempio di una navata con due absidi inscritte a base rettangolare con le trombe d’angolo che risalgono nell’emiciclo absidale). La pieve è dispersa nella campagna, difficilissima da trovare, e simili edifici a due absidi sono solo a Reichenau-Mittelzell in Svizzera, o a Rogliano in Corsica, o a Solnhofen in Baviera o a Salona in Dalmazia o nella chiesa cimiteriale di Santa Maria a Ossero . Ma  sono entrato anche nella chiesa di Santa Fosca a Peroi (3 absidi a tre navate) e in quella di San Vincenzo a Sanvincenti (3 absidi ad una navata) e  in numerose altre ad una navata con un’unica abside, come nella Chiesa di Sant’Elia a Valle. A proposito di quest’ultima, pochi notano e sanno che essa presenta la insolita caratteristica del campanile costruito sulla facciata occidentale a comprendere il portale d’ingresso, dicesi in linguaggio tecnico : campanile a Clochèr de Porche. Per trovare altri esempi dobbiamo andare in Dalmazia (a Biograd na Moru-Zaravecchia, a Salona, a Cettina, a Veglia,) oppure in Europa nell’Abbazia di Tewkesbury vicino Birmingham, o a Maria Luggau in Carinzia o nella Cattedrale di Toledo o a Ptuj in alta Slovenia. I campanili romanici istriani sono presenti in molte altre pievi della zona, e sono sempre diversi e particolari, divisi dagli esperti  in ben VI tipi, ne ho di volta in volta naturalmente notato le diverse caratteristiche.
Per poter affrontare l’interpretazione corretta di tutti questi tesori, mi sono documentato su testi di storia dell’arte e su libri e monografie sull’Istria, di cui la biblioteca dell’IRCI è fornitissima.. Ho  consultato anche guide turistiche locali, ma le scoperte più <<particolari>> si devono ai colloqui con i parroci  (più o meno collaboranti) o alle chiacchiere nelle osterie semideserte dei paesini della zona, incontrando la  gente del posto. Ho già esplicato i particolari della presente trattazione in una conferenza alla Direzione Regionale dei Beni Culturali del FVG nell’aprile scorso, ma ho avuto il piacere e l’onore di condividere le mie scoperte con gli amici del Rotary-Muggia. Ringrazio tutti dell’invito e dell’attenzione.
 A voi le altre scoperte del periodo romanico che ho preso in considerazione, ma  San Lorenzo del Pasenatico o Sanvincenti o Valle o Fasana,  presentano comunque le fattezze architettoniche e storiche del  periodo veneziano,  ma si possono apprezzare anche vestigia preistoriche, o manufatti  romani e tardoromani e poi bizantini fino a quelli del medioevo in genere. Anche questa - poco conosciuta - parte istriana, riserva magnifiche sorprese

                                                                                             Dr. Alessandro Delbello

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