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L’Università di Trieste http://www.units.it/ è una delle Aziende più grandi, se non la più grande, della Città. Chi la dirige: il Magnifico Rettore Prof. Francesco Peroni è tra i più giovani Rettori italiani ed è stato ospite del Rotary Club di Muggia il 2 aprile del 2008. Nell’occasione, Egli ha fatto una analisi della situazione socio economica attuale con cui l’Ateneo si confronta e tracciato le linee di indirizzo su cui l’Amministrazione dell’Università di Trieste si sta muovendo ed intende muoversi nel futuro. Tenendo conto della profonda crisi che il Paese sta vivendo, non ci sono dubbi sul fatto che le sfide del futuro si giocano sulla base dello sviluppo delle conoscenze,  non tanto sulla disponibilità delle risorse economiche. La conoscenza è necessaria per costituire capitale umano, per creare innovazione. La crisi economica in atto rende, tuttavia, sempre più limitato l’investimento che il Paese fa nella ricerca. Questo costituisce un paradosso, perché, se la conoscenza non si amplia, non sarà possibile risalire la china. D’altra parte, il debito pubblico è in aumento e la nostra organizzazione amministrativa è molto arretrata.

Lo Stato investe poco nella ricerca; contemporaneamente, mantiene  in vita 90 Università, alcune quasi fittizie, che finanzia con criteri, che non hanno nulla a che fare con il merito.
Nonostante tutte queste difficoltà, l’Ateneo di Trieste continua a mantenere alto il livello di formazione. I laureati dell’Università di Trieste trovano subito lavoro, perché dietro la loro formazione c’è cultura e conoscenza. Il Presidente Napolitano, nella sua recente visita all’Ateneo, dove si è fermato per più di un’ora, ha riconosciuto che la peculiarità di Trieste e della sua Università sono la conoscenza e la cospicua concentrazione delle Istituzioni che la sviluppano, promuovendo la ricerca. Le due Università: la SISSA e l’Ateneo hanno una elevata produzione scientifica, che le pone ai primi posti in Italia, per qualità e numerosità di pubblicazioni. Questa peculiarità funge da attrazione per numerosi ricercatori stranieri, che producono mobilità anche di risorse economiche. Altrettanto accade con i 23.000 studenti che, oltre ad essere stimolo e destinatari della conoscenza derivante dalla ricerca, portano nella città risorse economiche. Pertanto, lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze può diventare incubatrice per sviluppare industrie, per creare lavoro e generare crescita e benessere per la città.  Tutto il contesto culturale che si è creato nella città deve essere mantenuto e potenziato, in modo da consolidare sempre più il ruolo di Trieste come città della scienza. Per questo obiettivo, è necessario sviluppare la collaborazione con le Università dei Paesi vicini. In particolare, si tratta di rendere sempre più numerose le occasioni di condivisione ed integrazione di percorsi didattici e di corsi di Laurea, del tipo della Laurea in Biologia Marina che l’Università di Trieste e quella Slovena del Litorale hanno istituito da qualche anno, con i Laureati che vengono proclamati una volta dal Rettore dell’Università di Trieste, una volta dal Rettore dell’Università di Capodistria.
Un ulteriore punto su cui lavorare per favorire lo sviluppo dell’Università di Trieste è quello di rinnovare il corpo docente la cui età media, come del resto in tutta Italia, è molto elevata. L’ingresso di giovani è ostacolato dalla scarsità dei fondi messi a disposizione per il bando di concorsi finalizzati alla loro assunzione e dalla irrisorietà dei salari, che sono tra i più bassi dell’Europa. Nonostante queste limitazioni e l’incertezza delle prospettive future, molti sono i giovani che aspirano a fare ricerca e, a prezzo di notevoli sacrifici, lavorano nei laboratori dei nostri Dipartimenti. E’ l’entusiasmo e la determinazione che questi giovani dimostrano che costituisce la speranza di ripresa per il nostro Paese

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