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L’Italia fra tante peculiarità, ne ha una particolare: l’elevata percentuale di famiglie che vivono in abitazioni di proprietà ed il fatto che tali alloggi sono costituiti da appartamenti condominiali. In questo modo, ha esordito l'Avv. Mario Paolo Sardos Alberini durante la sua relazione, alla fine della conviviale del 4 marzo scorso. La spiegazione di questa realtà va cercata in ragioni geografiche e storiche. Le prime sono legate alla relativamente limitata estensione del territorio, mentre le seconde sono riassumibili nelle caratteristiche della popolazione (piuttosto stanziale, diversamente da altre popolazioni), e nelle politiche economiche dei governi, che hanno favorito (in parte) l’acquisto della abitazione. Le conseguenze di questa realtà abitativa sono le liti condominiali. Attualmente, a fronte di circa 850.000 condomini censiti in Italia, le cause pendenti presso i tribunali della repubblica sono poco meno di 900.000. La tipologia dei conflitti più frequenti riguarda le superfici comuni, in particolare, le aree quali i cortili o i giardini, che originariamente previsti come aree verdi o spazi di passeggio e gioco per i ragazzi, sono diventate parcheggi. Ma un altro motivo di contesa è legato al riscaldamento. 

Negli anni ’70, il riscaldamento centrale ha rappresentato una conquista, svincolando i singoli condomini dall’onere di procurare il combustibile e di introdurlo in casa. In quel tempo, stante il prezzo ragionevole del gasolio, il riscaldamento era tenuto al massimo. Questo consentiva ai più freddolosi di avere una temperatura di loro gradimento ed ai più calorosi di tollerare il caldo, aprendo le finestre. I problemi si sono posti quando i prezzi dei carburanti sono saliti alle stelle. Da quel momento in poi, sono state numerose le famiglie che hanno optato per il distacco dal riscaldamento centrale, aprendo una serie infinita di contenziosi. Un’ultima tipologia di contenzioso riguarda l’acquisto di appartamenti come nuda proprietà, una tipologia di acquisto in constante crescita, effettuata o per motivi fiscali o per motivi di investimento. Anche in questo caso, si aprono spesso motivi di disputa fra chi usufruisce del bene e chi né è proprietario. Il punto più comune di contenzioso sono le spese condominiali. Una ricca giurisprudenza e una legislazione in costante evoluzione sono intervenute su questo tema. Attualmente, a chi gode dell’usofrutto del bene, competono le spese ordinarie, mentre, a chi possiede la nuda proprietà, spettano le spese straordinarie. E’ proprio sulla definizione di ordinarietà o straordinarietà della spesa che nascono i contenziosi legali più comuni. Alla fine della relazione, oltre ai complimenti di numerosi soci, sono seguite una serie di interessanti domande. Ma la riflessione di Libero Coslovich sulla appetibilità dell’argomento per gli avvocati è stata la conclusione leggera di una serata ben riuscita.   

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