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Una profonda umanità, elevata professionalità, grande determinazione ed umiltà: sono questi i tratti caratteriali che molti dei Soci del Rotary Club Muggia hanno colto, ascoltando la conversazione: “Vita da Giudice” della dr.a Alessandra Bottan Griselli, Presidente del Tribunale di Udine, tenuta alla fine della conviviale del 25 marzo scorso.
Con pochi, ma incisivi, tratti, il giudice ha percorso la sua prestigiosa carriera, a cominciare dal ricordo indelebile del suo primo giorno in pretura, in una cittadina della provincia friulana, quando molti dei presenti, vedevano, in quel raro esemplare di giudice donna, un magistrato inglese, con toga e parrucca, per continuare con la sua esperienza di Giudice del Tribunale dei minori, fino alla attuale prestigiosa posizione di responsabile di un grosso ufficio, quale il tribunale di Udine.  La personalità di questo giudice è emersa chiara fin dall’inizio della conversazione, quando Ella ha voluto descrivere la profonda compenetrazione fra la sua vita professionale e quella personale: il bisogno di isolarsi, per sfuggire ai condizionamenti esterni, mantenendo una riservatezza che non sempre viene compresa, il disagio di scoprire che chi l’ascolta o conversa con Lei, perfino i familiari, si sente, a volte, sotto interrogatorio, come in un’aula di tribunale, al punto da rischiare di vivere con distacco i rapporti interpersonali.
La sua carriera si è sviluppata in un contesto storico-sociale, che il Giudice ha ricordato e che ha segnato il suo percorso professionale.

Da giovane uditore, nei corridoi del tribunale di Milano, incrociava il Commissario Calabresi, respirando l’atmosfera di incertezza e smarrimento, che faceva seguito all’episodio di piazza Fontana. Subito dopo, giovane magistrato nella Bassa Friulana, è stata l’epoca dello statuto dei lavoratori, con le lotte per la tutela del diritto al lavoro, a far da cornice alla attività di quel così raro esemplare di giudice donna, nell’era dei così detti “pretori d’assalto”. Era l’epoca in cui i magistrati, attraverso i loro interventi, facevano crescere la cultura ambientalista, l’attenzione ai presidi e procedure antinquinamento. In quel paese di provincia, il Pretore era: il tutore, il confessore, per molte persone alla ricerca di tutela. Poi, il rientro a Trieste, in pieni anni di piombo: i magistrati nel mirino dei brigatisti. Una vita blindata, isolata dal mondo esterno, specialmente per chi esercitava nel penale, la famiglia esposta e coinvolta, in questa vita da quasi reclusi. Poi, il periodo più sereno, quando arriva l’incarico di magistrato di Corte d’Appello, interrotto dall’avvento dirompente dell’epoca di tangentopoli, nel mentre si stava applicando una riforma della giustizia, con la costituzione della figura del GIP e del CUP. Di nuovo, un periodo difficile, forse il più doloroso: quello alla guida del Tribunale dei minori, a contatto con una realtà ed umanità piena di conflitti e contraddizioni, con l’unico obbiettivo di fornire una qualche sicurezza e tutela a minori, inevitabilmente, al centro di dispute, di ritorsioni, di abbandoni. Finalmente, l’approdo al Tribunale di Udine, in veste di Presidente, in un momento storico in cui la magistratura viene vista, dalla società civile, con molta diffidenza, nel migliore dei casi. Ecco, allora, spiegato, facilmente, lo sforzo che il Giudice Bottan Griselli sta compiendo di questi tempi: quello di far conoscere meglio al pubblico cosa significhi essere magistrato nel 2009. In un misto di: organizzazione del lavoro, mediazione interna, relazioni esterne, sempre improntato al dialogo più aperto, si sta svolgendo il suo lavoro di Presidente di un grosso ufficio, quale il Tribunale di Udine. In questo ruolo, la sua personalità, il suo carattere pacato ma determinato, la sua umanità sono sembrati, ai più che l’ascoltavano, sicuri indici di successo, in questo suo sforzo e le numerose domande dell’uditorio, che sono seguite alla sua conversazione, suffragano questa convinzione.   

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