- - -

 
Lo scrutare le stelle, un tema che, da sempre, affascina l'uomo, è stato il tema della conversazione tenuta dal prof. Giorgio Sedmak (Ordinario di Tecnologie Astrofisiche del nostro Ateneo) al termine della conviviale del 3 giugno scorso. L’astronomia, da sempre, è osservare il cosmo e crearne  un modello coerente con le proprie conoscenze e finalità.   L’osservazione astronomica, dal Sole e dalla Luna alle comete, dai pianeti, alle stelle, dalle galassie agli  oggetti più remoti nello spazio e nel tempo ha un orizzonte limitato dalla tecnologia della visione.  L’occhio, unico strumento disponibile dai primordi della storia dell’Uomo fino al  diciasettesimo secolo, è evoluto in  telescopi sempre più grandi sia da terra che nello spazio. La retina dell’occhio, sensibile alla sola luce di tipo solare,  è evoluta in rivelatori elettronici sensibili a radiazioni invisibili per l’Uomo.  Questa evoluzione tecnologica sempre più accelerata ha profondamente mutato e muterà ancora di più in futuro la nostra visione del cosmo.

L’astronomia di ieri, astronomia dell’occhio, ha originato modelli cosmologici semplici, locali, spesso erronei. La rivoluzione galileiana del 1609, che ha di fatto sostituito il cosmo tolemaico geocentrico con il cosmo copernicano eliocentrico, è nata dalla disponibilità di lenti per occhiali, sviluppata in quel periodo in Olanda, utilizzate da Galileo per sviluppare cannocchiali a forte ingrandimento. Telescopi di sempre maggiori dimensioni, a lente o a specchio, hanno poi sostituito nel tempo il primo cannocchiale di Galileo, ma l’occhio è restato il solo rivelatore fino all’invenzione della fotografia nel 1837.
 L’astronomia di oggi, astronomia del telescopio e del rivelatore elettronico, ha superato una serie di soglie tecnologiche fondamentali. E’ possibile  ora realizzare telescopi con specchi sintetizzati con tasselli di dimensioni totali gigantesche,  oltre 40 metri per il telescopio terrestre europeo ESO E-ELT attualmente in costruzione e potenzialmente fino 100000 km e oltre per l’ipertelescopio nello spazio in corso di progetto nel programma Cosmic Vision 2015 – 2025 di ESA Agenzia Spaziale Europea.  E’ possibile compensare gli effetti della turbolenza atmosferica.
E’ possibile osservare sorgenti di radiazioni in bande di energia invisibili all’occhio e invisibili a terra in quanto assorbite dalla nostra atmosfera.  Radiotelescopi e telescopi spaziali sensibili alle microonde, ai raggi infrarossi, ultravioletti, X e Gamma, in futuro anche alle onde gravitazionali previste dalla teoria della relatività generale di Einstein,  stanno allargando il nostro cosmo a regioni finora sconosciute dell’energia, dello spazio e del tempo.
 Stiamo accedendo  alle nostre origini e alla nostra storia cosmica passata e futura, siamo alla ricerca di altra vita, anche di altri universi.  Una avventura in cui l’astronomia continuerà a svolgere il suo ruolo di sempre di esploratore del cosmo.

mod_eprivacy