Si è, da qualche giorno, concluso il service “Rotarycamp di Ancarano” ed è tempo di bilanci. Si potrebbe cominciare con l’elenco delle persone che vi hanno preso parte, a cominciare da chi ha avuto la prima idea: Ferruccio Divo, continuando con il Presidente Nunzio Minniti, con Adriano Puzzer, Massimiliano Krainer, Ferdinando Parlato, Paolo Puppi e dalle loro mogli, con Francesco Divo e Gianluca Puppi o con quello delle tante attività svolte, ma, meglio di ogni cifra o della cronaca è la gioia di chi vi ha partecipato, che esprime il successo di questa esperienza, al suo terzo anno di vita. Proprio in questi giorni, alla ripresa delle attività consuete del Club, le ricadute personali del servizio reso ai meno fortunati appaiono evidenti dai racconti di chi vi ha partecipato. Si rischia facilmente di scivolare nella retorica se si afferma che chi ha preso parte al “camp” donando il suo tempo, la sua fantasia la sua umanità ha ricevuto, in cambio, gioia ed entusiasmo, che trasmette a chi ascolta. Anche, chi, come me, non ha partecipato è come se fosse stato presente, tanto è il calore, il coinvolgimento emotivo di chi racconta l’esperienza vissuta. Continua
Ci sono le storie di tante persone, abituate a ricevere poco dalla vita, che, improvvisamente, hanno ricevuto il regalo di una vacanza, in un posto veramente incantevole, come le due gemelle russe venute da San Pietroburgo, a vivere la loro prima esperienza, fuori dalla loro città e come loro altri 24 disabili, con i loro abituali accompagnatori, ognuno con una storia da raccontare, fatta di limitazioni e sofferenze, ma tutti sereni, come sanno essere coloro, il cui animo è stato plasmato dalla malattia. Gli animi sensibili sanno sognare e liberare la fantasia, come bene sono riuscite a fare Antonella Minniti e Wilma Puppi, vestendo di colori gli ospiti, protagonisti di una sfilata a lungo applaudita. Lingue diverse, difficile fare discorsi complicati, ma, per testimoniare l’amore e la gioia del donare, il linguaggio del corpo, quello della vista, in particolare, è di gran lunga superiore a quello verbale. E proprio su questo tema, un trio di rotariani muggesani (Boris Mihalic, Marco Stener e Libero Coslovich), ha imbastito una riuscita commediola, che, parafrasando la storiella dell’uccellino, finito nei guai, perché sepolto dagli escrementi di una mucca distratta, ha voluto sottolineare che: se, il linguaggio o gli atteggiamenti incompresi possono creare effetti devastanti, la disponibilità, l’apertura verso gli altri portano alla conoscenza ed alla rimozione di quegli ostacoli, che rendono impossibile la vita in comune. Vivere in comunità significa accettare gli altri, ma questo primo livello deve essere superato, per raggiungerne un secondo, quello del servizio per l’altro, come ogni rotariano ben conosce e sa conseguire. Ancarano costituisce un esempio pratico e concreto di questo obbiettivo rotariano. Anche per questo, il “camp” è stato visitato dalle più alte Autorità Rotariane, sia italiane che slovene e da molti altri soci dei Club della regione. Tutti sono venuti per dare qualcosa, ma, soprattutto, per prendere qualcosa: un carico di gioia e gli stimoli per continuare, come ben hanno saputo sottolineare il nostro Governatore Bruno Maraschin e l’incoming Alessandro Perolo, nel servire rotariano. Credo che si possa concludere, in maniera convinta, che dopo 13 anni dalla sua fondazione, il Club di Muggia ha superato la prova di maturità ed è diventato maggiorenne, ancorché adolescente.